Casa rosa, Tržaška c. 34
La ristrutturata casa dal color
rosa pallido è un omaggio all’architettura
della Notranjska e alle
vecchie tecniche di costruzione,
usate anche durante i lavori di ristrutturazione
che hanno considerato
l’aspetto originale della casa,
compreso il colore della facciata.
La casa rosa, e con essa anche Postojna,
grazie allo scrittore modernista
austriaco Robert Musil
è stata involontariamente iscritta
sulla carta letteraria europea. Musil vi abitò
nel 1917, quando lavorava come ufficiale
nell’ufficio della V armata del generale
Borojević, a soli due passi dal Grand Hotel
Adelsbergerhof. Nella Casa rosa – Musil
condivideva l’appartamento con due maestre
di Postojna – scrisse il breve racconto
Funerale in un villaggio sloveno (Slowenisches
Dorfbegräbnis) , nel quale da vero
maestro descrive il funerale di Josipina
Vičič, vedova dell’ex sindaco. Il funerale
che osservava dalla finestra sopra il cortile,
serpeggiava dalla casa all’angolo, dove oggi
si trova un bar, fino al cimitero cittadino.
Se vi capita di trovare i proprietari molto attivi
nel cortile, chiedete loro di mostrarvi la casa.
Suggerimento: rivivete la storia di Musil
passeggiando dalla casa rosa, passando la
casa gialla fino al cimitero cittadino, distante
alcune centinaia di metri, in parallelo con
la via Tržaška cesta. La tomba di Josipina
Vičič si trova subito alla destra dell’entrata
del cimitero.
Robert Musil (1880-1942), scrittore austriaco
e critico teatrale, nato a Klagenfurt, durante la Prima
guerra mondiale era ufficiale di riserva sul territorio
sloveno. Durante la Seconda guerra mondiale,
dopo l’occupazione nazista dell’Austria, scappò in
Svizzera, dove morì. Musil aveva un’educazione tecnica
e umanistica, ma divenne famoso come scrittore
modernista che si poneva a fianco di grandi come
Franz Kafka, James Joyce e Marcel Proust.
»In questo appartamento stavo in piedi,
osservando il funerale; è morta la
donna grassa che viveva in diagonale
di fronte alle mie finestre dall’altra
parte della strada imperiale, qui un
po’ curva. La mattina gli apprendisti
del falegname hanno portato una bara;
era inverno, l’hanno portata su una
piccola slitta, e perché era una bella
mattinata, con le loro scarpe chiodate
slittavano velocemente per strada, e la
grande cassa nera di dietro saltava da
tutte le parti. Chi lo ha visto, è stato
colpito dai bei ragazzi, e incuriosito
attendeva di vedere se la slitta si sarebbe
rovesciata o no.» Robert Musil, Slowenisches Dorfbegräbnis
(Traduzione dallo sloveno del passo: Katarina
Bajželj Žvokelj)